MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE
+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE
DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME
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Fratelli e Figli amati nel Signore
“ Un bambino è nato per noi, e un figlio ci è stato dato.”
(Is. 9,5)
Con entusiasmo e gioia il Profeta ci fa conoscere con preveggenza prima di molti secoli la Nascita da una Vergine del Bambino Gesù. Naturalmente non si è trovato anche allora, al tempo del censimento sotto Cesare Augusto, un posto nell’albergo per alloggiare la Vergine che doveva concepire per opera dello Spirito Santo e così il suo sposo e custode San Giuseppe fu costretto a condurla in una grotta, nella mangiatoia dei cavalli, per “generare il Bambino”.
Il cielo e la terra lo accolgono, offrendo il grazie al Creatore: “Gli Angeli l’inno, i cieli le stelle; i Maghi i doni, i pastori la meraviglia, la terra la grotta, il deserto la mangiatoia, e noi una Madre Vergine”, i Pastori stanno a guardia del “loro gregge” e custodiscono “il custode della notte” e gli angeli inneggiano, guardando estasiati il Mistero. (Vespero della Festa di Natale).
La dolcezza della Santa Notte di Natale di nuovo abbraccia il mondo. E in mezzo agli sfinimenti e dolori dell’umanità, della crisi e delle crisi, delle passioni e delle inimicizie, delle insicurezze e delle delusioni spunta di fatto e nel momento giusto come non mai la Incarnazione del Logos di Dio, il Quale è sceso come pioggia sull’erba nel seno della Sempre Vergine Maria, per far fiorire la giustizia e abbondanza di pace.
Nel silenzio e nella pace della Santa Notte di Natale, Gesù Cristo l’ineffabile, l’inconcepibile, l’invisibile, l’incomprensibile, sempre esistente e sempre lo stesso, entra in un corpo, insignificante, semplice, povero, sconosciuto, nel dramma della storia. Entra allo stesso tempo come “angelo del gran consiglio, consigliere meraviglioso, (…) dominatore, principe della pace, padre del tempo futuro (Is. 9, 6).
Si, viene come uomo da Madre Vergine e scioglie il laccio della iniquità e dà con la Sua Grazia e la Sua misericordia una via di scampo alle incertezze della vita, una determinazione e un valore, un ethos particolare ed esemplare ed un modello alle vicissitudini umane.
Il Signore ha assunto tutta la natura umana e l’ha santificata. Il Dio pre-eterno si è degnato di diventare per noi un embrione e di essere portato nel seno della Madre di Dio. Così ha onorato anche la vita umana fin dal suo stadio primordiale ed ha insegnato il rispetto nell’uomo fin dall’inizio della sua gestazione. Colui che ha creato tutte le cose è disceso per divenire come un Neonato e per nutrirsi del latte della Vergine. Così ha onorato la verginità e la maternità, spirituale e naturale. Per questo San Gregorio il Teologo esorta: “donne seguite la verginità, affinché Cristo vi faccia madri.” (Discorso XLVIII,Per la teofania PG 36,313A).
E il Signore ha definito il vincolo coniugale dell’uomo e della donna in quella santa famiglia.
Questa istituzione della famiglia cristiana costituisce la cellula della vita e la incubatrice del sano sviluppo psicologico e corporale dei figli. E’ pertanto un obbligo della Chiesa, ma anche un dovere della guida di ogni popolo, il rafforzare la istituzione della famiglia, attraverso vari modi.
Perché un bambino di sviluppi in modo sano e normale c’è bisogno di una famiglia dove l’uomo e la donna vivano in modo armonico, come un corpo, una carne, un’anima, subordinati uno all’altra.
Siamo sicuri che tutte le guide spirituali ed ecclesiastiche, come pastori vigilanti, ma anche coloro che dirigono le sorti del mondo conoscono e ammettono tale verità e realtà divina che dal Patriarcato Ecumenico proclamiamo anche durante le Feste Natalizie di quest’anno. Tutti abbiamo bisogno di incoraggiare la formazione e il funzionamento di famiglie naturali per costituire cittadini sani e felici psicologicamente, pieni di sentimenti di fiducia, retti dal sentimento di tutela di un padre forte e protettivo e di una madre affettuosa e piena di amore. Di una famiglia, sulla quale sosterà Dio.
Invitiamo ed esortiamo tutto il pleroma della nostra Santa Chiesa Ortodossa, affinché rispondendo degnamente all’appello a cui è stato chiamato, faccia tutto il possibile per il sostegno della istituzione della famiglia.
Fratelli, “la notte è avanzata, il giorno è vicino” (Rom. 12,13). Ecco i pastori avanzano verso Betlemme proclamando il miracolo e ci invitano a seguirli, come altri “sapienti scrutatori degli astri riempiti di gioia” (tropario della 4 ode del Mattutino di Natale), portando a Lui “doni preziosi, oro puro per il Re dei secoli; incenso per il Dio dell’universo; mirra per l’immortale, come morto di tre giorni” (di Anatolio, stichirà idiomela del Vespero di Natale). Cioè i doni dell’amore e della nostra fede, della nostra prova come cristiani e naturalmente come ortodossi nella morale e nella tradizione, familiare, paterna, ecclesiastica, che sempre ha attuato rettamente la nostra benedetta società attraverso i secoli e continua fino ad oggi, di cui cellula della vita e della crescita secondo Dio è, lo ripetiamo, la famiglia.
Fratelli e Figli,
- 2013 anni sono trascorsi dalla Nascita secondo la carne di Cristo;
- 2013 anni, e Cristo come allora, non cessa di essere perseguitato nel volto dei deboli da Erode e da ogni specie di attuali Erode;
- 2013 anni, e Gesù è cacciato dal volto dei Cristiani in Siria, e non solo;
- 2013 anni, e Cristo fugge, come profugo assieme a loro, non in Egitto, ma in Libano, in Europa, in America e in ogni altro luogo per la sicurezza, nella insicurezza del mondo;
- - 2013 anni, e il Bambino Gesù è ancora incarcerato con i due Vescovi della Siria, Paolo e Giovanni, con le monache ortodosse e ancora con molti cristiani conosciuti e sconosciuti.
- 2013 anni, e Cristo è crocifisso ancora con quelli che sono torturati e uccisi per non tradire la loro fede in Lui.
- 2013 anni, e Gesù è ucciso ogni giorno nel volto di migliaia di embrioni, che i propri genitori non lasciano nascere.
- 2013 anni, e il Cristo è schernito e ingiuriato nel volto dei bambini sfortunati, che vivono per la crisi della famiglia, della miseria e della povertà.
Il Signore, che ha detto: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,40-41), è giunto e viene anche durante il Natale di quest’anno, per assumere su di Lui il dolore, l’afflizione e le sofferenze degli uomini. Per questi è nato dalla Vergine, per questi è diventato uomo, per questi ha patito, è stato crocifisso, è risorto. Cioè per tutti noi. Dunque prendiamo ciascuno di noi la nostra croce personale per trovare grazia e misericordia, come un aiuto a tempo debito, perché sia “Con noi il Signore”, l’Emanuele che è stato generato, il Salvatore e Signore. Amin.
Dato al Fanar, Natale 2013
+ Il Patriarca di Costantinopoli
Fervente intercessore presso Dio di tutti voi