OGGI 1 settembre comincia l'anno ecclesiastico. Ho letto che il primo settembre Dio ha cominciato la creazione e sempre il 1 settembre Cristo ho cominciato la sua attività pubblica. Per noi ortodossi è il primo giorno dell'anno.Ringraziamo per tutto quello che il Signore ci ha donato.
MESSAGGIO PER L'INIZIO DEL NUOVO ANNO ECCLESIASTICO
MESSAGGIO PER L'INIZIO DEL NUOVO ANNO ECCLESIASTICO
† SILUAN
Per grazia di Dio, Vescovo dell'amata da Dio Diocesi Ortodossa Romena d'Italia,
A tutti i monaci e i chierici, insieme ai fedeli cristiani tutti appartenenti alla nostra Diocesi, Grazia, Pace e soccorso da Dio, principio di ogni cosa, e da noi paterna benedizione per l'inizio di questo Nuovo Anno Ecclesiastico.
Se nel popolo si dice che "in autunno si contano i boccioli", sottolineando così la fine del ciclo della vita nel suo corso, per la vita del cristiano, l'inizio del mese di settembre coincide con l'inizio di un nuovo ciclo di feste dell'anno liturgico, che è chiamato anche Nuovo Anno Ecclesiastico: questo si festeggia con il serizio della Divina Liturgia, alla quale si aggiunge il ringraziamento per ciò che si è ricevuto nell'anno passato e suppliche per l'anno che inizia.
Per ciò che concerne il ringraziamento, non limitiamoci e non concentriamoci principalmente delle cose materiali, ma pensiamo prima di tutto a tutte le benedizioni e le grazie interiori, quella Grazia che ad ogni solennità e in ogni giorno donato da Dio ci è stata donata nell'anno ecclesiastico che è passato: ringraziamo per "tutte le cose manifeste e nascoste, visibile e invisibili " ricevute, che il Padre celeste ha versate su di noi, non considerando le nostre infedeltà e le nostre cadute.
E non dimentichiamo di chiedere perdono per tutte le deviazioni dei pensieri e dei sentimenti, in parole ed opere, dalla „natura” che Dio ha posto in noi con la Sua Grazia, nel Battesimo: perdono per noi stessi e per coloro che portiamo nel cuore -includendo anche coloro che ci odiano o ci hanno fatto del male- come per noi stessi. Questo ci apre la strada per avere il coraggio di osare, senza timore, di chiedere a Dio la Sua benedizione e il Suo soccorso, Grazia e forza (sostegno), per iniziare un nuovo "tempo di salvezza", tempestato dalla preziosiosità delle solennità regali e dalle feste dei santi che quotidianamente si celebrano, per la crescita e la maturazione interiore, per la sperata e desiderata salvezza.
In questo senso, san Paolo apostolo ci sollecita dicendo: "Guardate dunque con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savi; approfittando delle occasioni, perché i tempi sono malvagi (nemici)" (Ef. 5, 15-16). "Tempi", cioé il tempo che abbiamo davanti rappresenta un Dono prezioso di Dio per il quale preghiamo affinché ogni giorno lo viviamo „perfetto, santo, tranquillo e senza peccato”. Ancora per "l'altro tempo della nostra vita" preghiamo affinché "nella pace e nel pentimento lo trascorriamo". Attraverso questa preghiera la Chiesa ci insegna a dare SENSO ai giorni, al tempo, alle staggioni, attraverso il quale questi si "santificano" e ci santificano e, sensa questo si perdono e ci perdiamo.... Intrecciandosi con Dio e con il progetto col quale Lui ci ha chiamati alla vita in questo mondo, il tempo si trasfigura e ci trasfigura. Ma se si lascia penetrare e governare da ogni tipo di attrazioni mondane si deturpa e ci deturpa, rendendo la nostra vita un tormento...
Vorrei attirare l'attenzione su un versetto del samo 118 che, prima della benedizione di inizio di ogni santa Liturgia, il diacono pronuncia, verso il presidente della concelebrazione, dicendo: "E'tempo che (Tu) agisca Signore " (v. 126). Versetto che non intende sottolineare, così come spesso (sbagliando) si capisce, che "Noi" siamo al centro dell'attenzione e ciò che "facciamo" Noi è essenziale. Al contrario, l'accento cade sul "Signore" e per questo è per "Lui" giunto il "tempo di agirere", poiché gli uomini "hanno violato la Tua legge" – così come dice la seconda parte del versetto 126. Cioè, Dio è Colui che ha il "ruolo principale" nella Divina Liturgia e, per estensione, su tutta la nostra vita. Così come, allo stesso modo è confessato dal presbitero alla fine della preghiera che recita per se, mentre il coro canta l'Inno Cherubinico, dicendo: "Tu infatti, o Cristo Dio nostro, sei l'offerente e l'offerto, sei Colui che riceve i doni e che si dona ...". San Giovenni Battista si fa egli stesso esempio in questo senso, quando dice, dopo aver compiuto ciò che riguardava il Battesimo del Signore: "Lui deve crescere ed io diminuire" (Gv 3, 30).
Questo è di fatto il programma di ogni cristiano, che ci mostra la strada corretta e vera: la via dell'umiltà, cioé del "diminuirsi", per fare spazio al Signore, il quale non si impone nella vita e nell'anima nostra, aspettando con pazienza che lo accogliamo"interiormente". La presenza del Signore nella nostra vita "quotidiana" rappresenta la "linfa" Vitale e il Senso di essa senza le quali non progrediamo neanche di un passo. Come lo stesso Signore dice: "Chi non raccoglie con me, disperde" (Mt 12, 30); e "senza di Me non potete fare nulla " (Gv 15, 5).
Come esempio del lavorare insieme a Dio sulla via dell'umiltà, ci è presentato all'inizio dell'Anno Ecclesiale un santo che ha visto il sorgere dei suoi giorni nella nostra patria terra (intorno al 470 in Dobrogea), ed è morto a Roma, essendo stato segretario di diversi papi (intorno al 545): il Pio Dionigi l'esile (che significa l'umile o l'insignificante). Di lui ci dice il senatore romano Cassiodoro (485 - 580) che ebbe il privilegio di ospitarlo nel suo monastero di Vivarium (a Squillace, in Calabria): "In lui c'era molta semplicità insieme con la sapienza, umiltà insieme alla conoscenza, moderazione insieme al talento della parola, perché reputava se stesso un niente, e l'ultimo dei servi, ed era degno, senza alcun dubbio, della nobile società. Che interceda per noi, lui che era abituato a pregare insieme a noi, affinché con la sua intercessione possiamo essere aiutati ora con la cui preghiera fummo resi forti quì sulla terra!" (Istituto di Letteratura divine e umane, Libro Primo, cap. XXIII).
E anche noi preghiamo il nostro santo Padre Dionigi l'umile, protettore della nostra Diocesi, insieme ai santi Apostoli Pietro e Paolo ed Andrea, affinche ci siano compagni di viaggio verso il tempo che ci è dinnanzi, affinché possiamo portarlo ad un buon compimento, per la nostra salvezza e per la pace e la salubrità del mondo!
† Vescovo SILUAN
Diocesi Ortodossa Romena d'Italia
Data dalla Residenza Episcopale di Roma, all'inizio dell'anno Ecclesiastico, nella solennità del santo Padre Dionigi, l'Umile, protettore della nostra Diocesi, nell'Anno della Redenzione 2013, primo settembre.