Esiliati dal paradiso, dobbiamo diventare esuli da questo mondo se confidiamo di ritornare. Questo si può fare spendendo questi giorni nel digiuno, nella preghiera, nella separazione dal mondo, partecipando alle ufficiature della Chiesa, in lacrime di pentimento, in preparazione della gioiosa Festa che ci attende alla fine di questo periodo di esilio, e testimoniando a tutti in questa terra straniera del nostro ricordo di questa stessa grande Festa che ci sarà, quando il nostro Signore tornerà per riportare a casa il suo popolo alla Nuova Gerusalemme, da cui non ci sarà più esilio, perché essa è eterna.
Lungo i fiumi (Salmo 136(137)
1. Lungo i fiumi laggiù in Babilonia,
sulle rive sedemmo in pianto
al ricordo struggente di Sion;
sopra i salici, là in quella terra,
appendemmo le cetre armoniose.
2. Oppressori e infami aguzzini
ci chiedevan le nostre canzoni,
dopo averci condotti in catene,
le canzoni di gioia chiedevan:
"Intonateci i canti di Sion".
3. Potevamo noi forse cantare
salmi e canti del nostro Iddio
in quel triste paese straniero?
La mia destra sia paralizzata
se ti scordo, o Gerusalemme.
4. Mi si attacchi la lingua al palato
se un istante appena io lascio
di pensarti, mia Gerusalemme,
se non pongo te, Gerusalemme,
al di sopra di ogni mia gioia.
5. Tu ricorda i figli di Edom:
Dio, quanto nel giorno supremo
contro Gerusalemme urlavan:
"Distruggete le mura, abbattete,
annientate le sue fondamenta".
6. Babilonia, o madre di morte,
sciagurata città, sia beato
chi ti rende la stessa infamia,
sia beato chi afferra i tuoi figli
e li stritola contro la roccia.