domenica 5 gennaio 2014

Teofania-BATTESIMO DEL SIGNORE

Dal Sito della diocesi romena ortodossa:

http://www.episcopia-italiei.it/index.php/it/

La Chiesa Ortodossa Romena, in comunione con tutte le Chiese Ortodosse, celebra il 6 gennaio di ogni anno la festa della Epifania e Teofania del Signore. Il rito, antichissimo, risale infatti al III secolo (215) con l'istituzione, da parte di san Clemente di Alessandria, della solennità del Battesimo del Signore. Questa solennità racchiudeva in se sia il mistero dell'Incarnazione, sia il mistero della Manifestazione della santa Trinità. In oriente, questa festa è stata l'unica con la quale si è celebrato il dono dell'Amore di Dio che, per la nostra salvezza, ha assunto nel Figlio Unigenito la carne dell'uomo ed ha riconciliato così l'umanità col Padre, nello Spirito: “Al tuo battesimo nel Giordano, Signore, si è manifestata l’adorazione della Triade: la voce del Padre ti rendeva infatti testimonianza, chiamandoti Figlio diletto, e lo Spirito in forma di colomba confermava la sicura verità di questa parola. O Cristo Dio che ti sei manifestato e hai illuminato il mondo, gloria a Te.” (Tropario della festa). La solennità dell'epifania, infatti, è il momento con il quale Dio si manifesta al mondo: Cristo, sceso nelle acque del Giordano, rivela l'arcano progetto divino (economia) che, per la salvezza di Adamo, avrebbe assunto la carne d'uomo, per salvare in Se tutto l'uomo, divenendo così il Nuovo Adamo. “Sebbene come Dio non necessitasse di purificazione, tuttavia per la salvezza dell’uomo caduto Egli è purificato nel Giordano”(Mattutino della festa, Primo Canone, Cantico Quinto). Anche se in occidente nel IV secolo l’evento della nascita, cioè della manifestazione nella carne del Salvatore cominciò ad essere celebrato separatamente il 25 dicembre, in oriente la manifestazione di Dio al Giordano fu sempre più connotata come la solennità delle “Teofanie”. Infatti, l'inizio della vita pubblica di Gesù Cristo, con il battesimo ricevuto da Giovanni, manifesta anche il Padre che si compiace del Figlio per la sua obbedienza, in antitesi alla disobbedienza di Adamo, e lo Spirito santo che sotto forma di colomba discende dal Padre sul Figlio e vi rimane.

Nelle chiese orientali quindi il 6 gennaio non si celebra l’Epifania di Gesù nei confronti dei Magi che portano i doni, ma l’Epifania della Trinità durante il Battesimo di Gesù. Si preferisce quindi il termine Teofania (manifestazione di Dio), in origine il nome della festa era Teofanie, al plurale, per indicare le manifestazioni al mondo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, avvenute con modalità proprie a ciascuna persona.                                             
Il Beato (San) Girolamo dice che “nella sua Natività il Figlio di Dio venne al mondo in modo nascosto, nel Battesimo apparve in modo manifesto”. Similmente san Giovanni Crisostomo, nella sua omelia 37 sul battesimo, afferma che “L’Epifania non è quella della Natività ma quella del Battesimo. Prima non era conosciuto dal popolo, con il Battesimo si rivela a tutti”.

Il battesimo del Signore porta con se una molteplicità di messaggi: se da una parte, come brevemente si è mostrato, Dio rivela Se stesso, dall'altra ci è mostrato il mistero dell'acqua santificante. Quando il Cristo discese nelle acque, non soltanto Egli ci portò con Sé e ci purificò, ma Egli purificò la natura delle acque stesse. Come sottolinea il tropario della conclusione della festa: “Cristo è apparso nel Giordano per santificare le acque”. La festa della Teofania ha quindi anche un aspetto cosmico. La caduta degli ordini angelici, e dopo la caduta dell’uomo, ha interessato tutto l’universo. Tutta la creazione di Dio fu con ciò distorta e sfigurata; per usare il simbolismo dei testi liturgici, le acque divennero una “tana di dragoni”. Cristo venne dunque sulla terra per redimere non solo l’uomo, ma – attraverso l’uomo – l’intera creazione materiale. Quando Egli entrò nelle acque, raffigurando per anticipazione la nostra rinascita nella fonte, effettuò la purificazione delle acque, la loro trasfigurazione in un organo di guarigione e di grazia; Se l’acqua rappresenta un mezzo di grazia soprattutto nel sacramento del battesimo, essa è anche usata come un mezzo di santificazione in molte altre occasioni. Ecco perché gli Ortodossi sono incoraggiati a bere l’acqua che è stata benedetta a Teofania e ad aspergersi da soli con essa; essi la portano nelle loro case, e la conservano per usarla di volta in volta. L'acqua benedetta (grande aghiasma) ci ricorda perciò da una parte l'origine della nostra salvezza in Cristo, che ha assunto e fatto proprio il nostro peccato per liberarci dalla schiavitù nella quale ci ha tenuti legati satana (rito del battesimo), non solo attraverso il discendere nelle acque ma soprattutto con la croce, apice dell'umiliazione del peccato;  d'altra parte l'acqua santificata è segno della potenza di Dio Padre, Figlio e Spirito santo, che ci accompagna sempre nel cammino verso la meta, verso il regno che ci è stato dischiuso dall'obbedienza di Cristo, Figlio Unigenito di Dio, nuovo Adamo, a cui va la gloria e l'adorazione insieme al Padre e al santo Spirito per i secoli eterni.

Per questo, nel giorno della solennità della Teofania ogni pio ortodosso si reca con devozione nella chiesa per partecipare alla celebrazione dei santi Misteri e, dopo aver assistito alla grande benedizione dell'acqua, ne porta con se una parte che gli ricorderà che Dio è con noi sempre: Egli è l'Emmanuele.

Anche i migliaia di ortodossi romeni che sono in Italia (oltre un milione dalle statistiche) prenderanno parte a questo memoriale divino per portare con se, nelle loro case, nelle loro vite, il mistero dell'acqua benedetta, che li fortificherà nella speranza di un domani nuovo, consapevoli che in ogni momento, triste o gioioso, oscuro o splendente, Dio c'è.