giovedì 6 giugno 2013

padri del deserto


Un anziano raccontò: "Vi era un anziano che viveva nel deserto e, dopo aver
servito Dio per molti anni, disse: "Signore, rivelami con chiarezza se ti sono
stato gradito". E vide un angelo che gli disse: "Non sei ancora diventato come
l'ortolano che vive nel tal luogo". L'anziano, stupito, disse fra sé: "Andrò in
città a vederlo. Chi sa che mai avrà fatto per superare il lavoro e la fatica di
tanti miei anni!". Partì dunque l'anziano, giunse al luogo che l'angelo gli
aveva indicato, e trovò quell'uomo occupato a vendere ortaggi. Si sedette
accanto a lui per il resto del giorno e, quando ebbe finito gli disse:
"Fratello, puoi ricevermi nella tua cella questa notte?". Lo accolse con grande
gioia. Giunto nella sua cella si mise a preparare il necessario per rifocillare
l'anziano, e questi gli disse: "Fammi questa carità, fratello, raccontami la tua
vita". Poiché egli non voleva parlare, l'anziano insistette molto a pregarlo.
Convinto dalle suppliche, l'uomo disse: "Mangio solo la sera; quando mi corico,
tengo soltanto il necessario per il mio nutrimento; il resto lo do ai poveri e,
se ricevo qualcuno dei servi di Dio, lo offro a lui. Quando mi alzo al mattino,
prima di sedermi al mio lavoro dico che tutti gli abitanti della città dal più
piccolo al più grande, entreranno nel Regno per la loro giustizia, mentre io
solo erediterò il castigo per i miei peccati. Anche alla sera, prima di
addormentarmi, dico la stessa cosa". Udito ciò l'anziano gli disse: "Quest'opera
è buona, ma non è tale da superare le mie fatiche di tanti anni". Mentre si
accingevano a mangiare, l'anziano udì che in strada si cantavano delle
canzonacce; la cella dell'ortolano si trovava infatti in una zona di cattiva
fama. Gli dice l'anziano: "Fratello, tu che vuoi vivere così secondo Dio, come
mai rimani in questo luogo? Non ti turbi quando senti cantare queste cose?".
L'altro gli dice: "Ti dirò, padre, che non mi sono mai né turbato né
scandalizzato". "Ma cosa pensi in cuor tuo quando odi queste cose?", chiede
l'anziano. "Penso - egli dice - che essi entreranno certamente nel Regno". A
queste parole l'anziano, preso da ammirazione, disse; "Questa è l'opera che
supera la mia fatica di tanti anni", e inchinatosi davanti a lui soggiunse:
"Perdonami, fratello, non sono ancora giunto a questa misura". Quindi, senza
toccar cibo, se ne tornò nel deserto (Apoftegmi, Raccolta alfabetica, anonimo N
67: Vita e detti cit., II, pp. 236-237).

martedì 4 giugno 2013

Domenica delle mirofore

Domenica 19 maggio è stata la domenica delle Mirofore,
e il nostro parroco ha donato una rosa a tutte le "mirofore" della parrocchia.




PASQUA 2013 Omelia del patriarca di Costantinopoli


+  B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA, GRAZIA,  PACE E MISERICORDIA
DA CRISTO GLORIOSAMENTE RISORTO

Fratelli concelebranti e Figli fedeli e devoti della Chiesa,
Cristo è Risorto!
L’annuncio della Resurrezione da parte delle donne Mirofore ai Discepoli di Cristo, è stata considerata da questi un delirio. E tuttavia la notizia definita come delirio, si è confermata come Verità. Il Cristo risorto, si è manifestato ai Suoi Discepoli ripetutamente.
Nella nostra epoca, la proclamazione della Resurrezione è avvertita ancora una volta come un delirio per i razionalisti. Ciò nonostante, noi credenti non solo crediamo, ma anche viviamo la Resurrezione come il fatto più veritiero. Suggelliamo la nostra testimonianza, se c’è bisogno,  col sacrificio della nostra vita, in quanto nel Cristo Risorto, superiamo la morte  e siamo liberati  dalla paura di essa.  La nostra bocca è piena di gioia nel dire: E’ risorto il Signore. I nostri Santi, morti per il mondo, vivono tra noi, rispondono alle nostre richieste. Il mondo oltre la morte è più vero di quello prima della morte. Cristo è risorto e vive tra noi.  Ha promesso che sarà con noi fino alla fine dei tempi. E veramente lo è. Amico e fratello e terapeuta e datore di ogni bene.

Benedetto sia Dio, il Risorto dai morti e che dona a tutti la vita eterna. Dov’è o morte la tua vittoria? E’ risorto Cristo “e ha mostrato colui che si gloriava senza misura come un giocatore ridicolo  (v. Canone Stavroanastasimo del 4° tono, IX Ode, poema di Giovanni Damasceno). Ogni cosa è riempita di Luce ed i nostri cuori sono riempiti di  una gioia straordinaria.
E non solo di gioia, ma anche di forza. Colui che crede nella Resurrezione, non teme la morte; e colui che non teme la morte è psicologicamente inflessibile e irriducibile, in quanto ciò che per i molti e i non credenti è la più temibile minaccia, per il cristiano credente è un fatto  di poca importanza, in quanto essa è l’ingresso nella vita. Il credente cristiano vive la Resurrezione anche prima della sua morte naturale.
La  conseguenza del vivere la Resurrezione è la trasformazione del mondo. Entusiasma l’anima. E l’anima entusiasta attrae sul suo percorso le altre anime, le quali si commuovono   nel vivere in verità la gioia della Resurrezione. La Resurrezione  di Cristo e la nostra  propria resurrezione  non sono una verità teorica.  Sono dogma della nostra fede. Sono un realtà palpabile. Sono la forza che ha vinto il mondo, nei confronti delle più dure persecuzioni contro di essa. “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo, la nostra fede” (1 Gv. 5,4) nella Resurrezione. Per mezzo della Resurrezione  l’uomo diviene per grazia Dio. Per mezzo della vittoria della luce della resurrezione sulle passioni umane, si stabilisce nella nostra anima un fuoco divino ed un certo strano amore che supera la condizione umana.

Cristo è risorto, dunque! I nostri cuori sono straripanti di Luce e di gioia di Resurrezione .  Ci presentiamo con naturalezza e semplicità al Cristo Risorto. Perché come dice il Profeta Davide, “un cuore contrito ed umiliato, non lo disprezzerà” (Sal. 50,19).
La Resurrezione è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra gioia, il nostro annuncio.  Attraverso  la Resurrezione  superiamo il dolore  e l’afflizione  per  tutte le cose tristi della vita naturale terrena. La Resurrezione è la risposta di Dio al dubbio dell’uomo ferito dai mali del mondo.

Nelle difficoltà e nelle disavventure che vive  oggi il mondo, noi non cediamo,
La riunione su ciò degli impauriti Discepoli del Signore  nella stanza superiore di Sion, ci rafforza. Non abbiamo paura, perché amiamo tutti, come ci ha amato Colui che ha offerto la Sua anima per noi. In un modo divino e umano, il Signore Risorto ci accompagna invisibilmente. Basta avere – e ne abbiamo – amore. E con l’amore siamo testimoni della forza del Mistero. Del Mistero!
E se altri sono incerti umanamente, e “ hanno ammassato mucchi di covoni delle opere” (stichirà del Vespero della Domenica del Figliol Prodigo), noi ci gloriamo. E anche se noi “non disperdiamo  con benevola compassione  la pula delle opere dell’ingiustizia e le nostre passioni e non distendiamo  aie di conversione”, il Cristo Risorto è Amore e scioglie ogni sorta di tenebra e la paura attorno a noi  ed entra in noi e nel mondo, spesse volte pur essendo chiuse le porte dei nostri cuori.   E “resta con noi” stabilmente attraverso la croce dell’amore. Il suo invito è la pace. Offre a noi la Sua pace.   I potenti di questo mondo  assicurano  e  promettono pace, ma mai essa si è attuata in pratica. La forza del Divino Amore,  della Pace e della Sapienza, resta fuori da ogni sgomento umano . Non si trova né a margine della realtà né nel cerchio di certe opinioni individuali. E’ il cuore il centro dei fatti.  E’ il cuore dell’umanità. E’ il centro della vita. Esercita la signoria sui vivi e sui morti. E’ la Verità.
La incontestabile superiorità della Potenza tiene invisibilmente le redini, dirige ogni cosa , nello stesso tempo in cui molti uomini  “hanno il buio nella mente”: Nel periodo del generale odierno sfacelo mondiale, la speranza di tutti i confini della terra, la Sapienza di Dio,  è la presenza della sintesi  e  dell’armonia celeste. Nel momento del crollo e della attesa della morte, vi è la realtà della Resurrezione  e il conforto della fede nel Signore.

La pace di colui che ha calpestato la morte con la morte  attraverso il suo annientamento e la gioia dell’amore rallegrano e guariscono l’”umanità” attuale che geme e soffre in ogni momento  e con essa anche la natura che geme e soffre, “attendendo la rivelazione e l’adozione della libertà della gloria dei figli di Dio.”(Rom. 8,20-23).
Veramente il Signore è risorto, padri e fratelli e figli!
Santa Pasqua 2013
Il Patriarca di Costantinopoli
Fervente supplice di tutti voi
Verso il Cristo Risorto.

Otto per mille alla CHhesa Ortodossa



OTTO PER MILLE DELL'IRPEF

Aiuta con l’otto per mille dell’IRPEF la Chiesa Ortodossa, perché possa continuare l’opera pastorale dei sacerdoti. La tua scelta non ti costa nulla, ma servirà ad aiutare altri tuoi fratelli ad avere punti di riferimento spirituale, come luoghi di culto, catechesi, incontro e unione delle comunità Ortodosse di qualunque Etnia, e un sostegno anche materiale per le persone sole e per le famiglie più bisognose.

Per conoscere meglio l’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e scoprire come fare per aiutarla, leggi quando segue:
Presentazione
La Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa meridionale è stata istituita il 5 novembre 1991 con Tomo Patriarcale e Sinodale dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Essa è Persona Giuridica agli effetti civili della Repubblica Italiana (DPR 16 luglio 1998). La fondazione dell'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia costituisce il primo atto canonico ufficiale del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I (22 ottobre 1991). Principale missione dell'Arcidiocesi è di provvedere alla cura spirituale degli ortodossi che si trovano in Italia creando parrocchie, chiese, monasteri, enti ed associazioni, scuole per l'educazione del clero e l'istruzione religiosa della gioventù ortodossa. Inoltre essa promuove il dialogo con tutte le Chiese e Confessioni cristiane presenti in Italia con scopo della reciproca conoscenza, del rispetto e della riconciliazione tra tutti i cristiani e con ogni uomo di buona volontà. Tra il gregge della Sacra Arcidiocesi, guidato spiritualmente e paternamente dal suo Arcivescovo – Metropolita, i suoi sacerdoti, le monache e i monaci, le sue chiese, parrocchie e monasteri, regna lamultietnicità ortodossa, come segno visibile dell'appartenenza a una sola famiglia e popolo, alla nostra Madre Chiesa Ortodossa.

lunedì 3 giugno 2013

Axion




E' veramente cosa degna chiamarti beata o Deipara,
sempre beata e tutta pura madre del nostro Dio
più degna dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini.
Tu che senza corruzione hai generato il Dio realmente Deipara noi ti magnifichiamo